L’uomo e la donna che vogliono vivere il loro battesimo devono andare verso le periferie, verso le periferie geografiche, le periferie culturali, le periferie esistenziali, devono andare con questa proposta evangelica... vivere in questa tensione, una tensione tra l'interiorità dell’incontro con Gesù che vi spinge verso fuori e pone tutto in questione, tra un andare e un tornare continuo.





MAGISTERO


Testi del card. Jorge Bergoglio, oggi Papa Francesco



I vescovi argentini, concludendo la loro periodica riunione plenaria, tra notizie di bambini morti di fame, in un paese sempre più in pericolo di disastro finanziario, economico, politico, anziché rispondere alle “sfide del presente” con un dotto documento su debito estero e mercati, su giustizia sociale e piani di sviluppo, su pace e globalizzazione, hanno offerto a tutti, ai fedeli e agli uomini di buona volontà il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio. “Fatti come la morte per fame di tanti bambini – l’arcivescovo di Rosario, Eduardo Vicente Miràs, appena eletto nuovo presidente della conferenza episcopale argentina – avvengono nella nostra società anche perché non si conosce né si mette in pratica la dottrina di Cristo. Per questo il Catechismo ha valore: ci fa conoscere questa dottrina e ci permette di avere una conoscenza chiara della dignità di ogni uomo”. e il cardinale Jorge Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires: “ “Per questo presentiamo il messaggio del catechismo così com’è. Colui che lo segue si salva e salva gli altri. Siamo consapevoli della sofferenza del nostro popolo, siamo consapevoli che molti bambini non possono terminare il primo ciclo d’istruzione per mancanza delle necessarie proteine. Siamo consapevoli che negli ospedali manca l’essenziale per la salute della gente. Presentare il messaggio di Gesù Cristo significa tracciare il cammino che Egli ha tracciato. Per essere degni della Sua dignità. E diciamo: ogni persona del nostro popolo ha diritto di vedere rispettata questa dignità e non di vederla calpestata. Calpestare la dignità di una donna, di un uomo, di un bambino, di un anziano è un peccato grave che grida al Cielo”.
Nella Lettera pastorale che i vescovi argentini con Bergoglio hanno emesso al termine della loro riunione plenaria. Spiegano i motivi della decisione di “offrire all’attenzione di tutti il catechismo della Chiesa cattolica”:
“In primo luogo perché serva ai pastori quale testi di riferimento sicuro e autentico per l’insegnamento, e in modo particolare per la composizione dei catechismi locali.
In secondo luogo perché sia uno strumento a disposizione dei fedeli che desiderano conoscere meglio le inesauribili ricchezze della salvezza.
In terzo luogo, perché offra un punto di appoggio agli sforzi ecumenici animati dal desiderio dell’unità dei cristiani, mostrando con esattezza il contenuto e la coerenza armoniosa della fede cattolica.
Infine, perché sia di utilità per ogni uomo che ci chiede di rendere conto della speranza che è in noi e vuole conoscere ciò in cui crede la Chiesa Cattolica”
Più avanti i vescovi argentini spiegano di puntare sul Catechismo come sull’architrave della formazione dei nuovi preti:
Raccomandiamo ai formatori dei nostri seminari di tenerlo presente, in quanto possono utilizzarlo bene come libro di testo o di consultazione, sia per il corso introduttivo sia per l’elaborazione della sintesi teologico – pastorale che è opportuno che gli studenti conseguano. In tal modo si prepareranno ad esercitare in futuro la catechesi, tanto necessaria per la nuova evangelizzazione”.
Si constata una sintonia totale dei Vescovi argentini, del card. Bergoglio, nuovo Papa, con quanto il cardinale Joseph Ratzinger, Papa emerito, allora prefetto della Sacra Congregazione per la dottrina della fede: prendendo occasione dai dieci anni di vita del Catechismo promulgato l’11 ottobre 1992, vent’anni fa e rilevando che questo catechismo è proprio ciò di cui la Chiesa d’oggi ha più bisogno: “non un libro di teologia ma un libro della fede, per l’insegnamento della fede”.Non una rassegna di “questioni disputate” e di “esperimenti intellettuali”, ma “il solido fondamento su cui noi possiamo vivere e morire”. Non una traccia per sottili disquisizioni, ma la “testimonianza organica dell’integralità della fede cattolica, che è bella nella su integralità, con una bellezza nella quale brilla lo splendore della verità”. Nell’incertezza di questo periodo storico e di questa società offrire agli uomini la certezza della fede completa della Chiesa, la chiarezza e la bellezza della fede cattolica rende luminosa la vita dell’uomo anche oggi! Questo in particolare se viene presentata da testimoni entusiasti ed entusiasmanti.
E nella Lettera pastorale “Affinchè l’uomo risponda a Dio”, i vescovi argentini nel 2002, il card. Bergoglio, si rivolgono al clero, ai catechisti e a tutto il popolo di Dio:
1. “Lo scorso 11 ottobre, mentre si celebravano quarant’anni dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, si sono anche compiuti dieci anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Il Catechismo è frutto del Concilio, poiché così lo hanno proposto i vescovi del Sinodo Straordinario tenutosi nel 1985 per valutare i primi vent’anni dall’applicazione della riforma conciliare: “Che si rediga un catechismo o compendio di tutta la dottrina cattolica tanto sulla fede come sulla morale, che sia un testo di riferimento per i catechismi o compendi che si redigono nei diversi Paesi. La presentazione della dottrina deve essere biblica e liturgica, offrendo una dottrina sicura e, al tempo stesso, adattata alla vita attuale dei cristiani”.
2. In questo X anniversario, desideriamo rendere grazie a Dio per questo strumento della nuova evangelizzazione, redatto con l’aiuto dei Vescovi di tutto il mondo e con il contributo di numerosi teologi ed esegeti. Invitiamo anche tutti i fedeli, in particolare quanti collaborano direttamente alla catechesi, a unirsi alla nostra azione di rendimento di grazie.
3. Desideriamo, inoltre, sottolineare l’intenzione con la quale è stato chiesto, redatto e offerto il Catechismo della Chiesa Cattolica. In primo luogo perché serva ai Pastori quale testo di riferimento sicuro e autentico per l’insegnamento, e in modo particolare per la composizione dei catechismi locali. In secondo luogo perché sia uno strumento a disposizione dei fedeli che desiderano conoscere meglio le inesauribili ricchezze della salvezza. In terzo luogo, perché offra un punto di appoggio agli sforzi ecumenici animati dal desiderio dell’unità dei cristiani, mostrando con esattezza il contenuto e la coerenza armoniosa della fede cattolica. Infine, perché sia di utilità dei cristiani, mostrando con esattezza il contenuto e la coerenza armoniosa della fede cattolica. Infine, perché sia di utilità per ogni uomo che ci chiede di rendere ragione della speranza che è in noi e vuole conoscere ciò in cui crede la Chiesa Cattolica.
4. Desideriamo parimenti sottolineare l’armonia delle quattro parti che lo compongono ed è opportuno tener presente nel compito di catechesi che svolgiamo:
1) la fede che professiamo (il Credo);
2) la fede che celebriamo (la Liturgia, i Sacramenti);
3) la fede che viviamo (la vita morale, le Beatitudini e i Comandamenti);
4) la fede che si fa preghiera nella speranza (la Preghiera, il Padre Nostro). Pertanto, “la fede è la risposta dell’uomo a Dio che gli si svela e gli si dona, apportando allo stesso tempo una luce sovrabbondante all’uomo in cerca del senso ultimo della vita” (CCC, n.26).
5. Esortiamo dunque i fedeli cristiani ad approfittare di questo prezioso strumento. In particolare i sacerdoti, i diaconi e i catechisti, e anche i superiori religiosi, i rettori delle università cattoliche e i decani delle loro diverse facoltà, i direttori delle scuole cattoliche e i responsabili deel diverse associazioni e movimenti laicali. Poiché, quanto più completa e armoniosa sarà la comprensione che avranno del mistero di Cristo, della Chiesa e dell’uomo, che possono ottenere mediante questo catechismo, tanto più incisiva e attraente sarà la presentazione che faranno di tali misteri agli uomini del nostro tempo, e contribuiranno meglio alla formazione spirituale dei cristiani affidati loro.
Raccomandiamo ai formatori dei nostri seminari di tenerlo presente, in quanto possono utilizzarlo bene come libro di testo o di consultazione, sia per il corso introduttivo sia per l’elaborazione della sintesi teologico – pastorale che è opportuno che gli studenti conseguano. A tale proposito ricordiamo cosa ha scritto Giovanni paolo II : “La nuova evangelizzazione…indica che la fede non può essere presupposta, ma che deve essere proposta esplicitamente in tutta la sua ampiezza e ricchezza. Questo è l’obiettivo principale della catechesi, la quale, per sua stessa natura, è una dimensione essenziale della nuova evangelizzazione” (Ecclesia in America, n. 69).
6. Non lesiniamo sforzi per rinnovare la catechesi. E ciò, a partire dalla persona del catechista, che si deve trasformare interiormente grazie alla preghiera e alla pratica della vita cristiana, senza trascurare il suo perfezionamento nella pedagogia catechistica, e crescendo sempre nella comprensione più profonda della fede, cosa in cui può aiutarlo molto lo studio serio di questo catechismo.
8). La vergine Maria che, insieme a Giuseppe, insegnò al figlio Gesù a balbettare il santo Nome di Dio, interceda per ottenere dal padre la grazia di rinnovarci nella missione di alimentare la Parola del Vangelo nel cuore dei nostri fratelli e di contribuire a suscitare lì’eco che questa parola vuole risvegliare nei cuori”.

Ma prima del Catechismo ci deve essere l’avvenimento dell’incontro con il Tu di Cristo: Il libroL’attrattiva Gesù d Giussani che Begoglio, oggi Papa Francesco, ha presentato il 27 aprile 2001 gli fa dire: “E’ il racconto di un rapporto personale, intenso, misterioso e concreto allo stesso tempo, di un affetto appassionato e intelligente verso la persona di Gesù, e questo permette a don Giussani di arrivare come alla soglia del Mistero, di dare del tu al Mistero. Tutto nella nostra vita, oggi come al tempo di Gesù, incomincia con un incontro. Un incontro con quest’uomo, il falegname di Nazareth, un uomo come tutti e allo stesso tempo diverso. I primi, Giovanni, Andrea, Simone, si scoprirono guardati fin nel profondo, letti nel loro intimo, e in essi si è generata una sorpresa, uno stupore che, immediatamente li faceva sentire legati a lui, che li faceva sentire diversi”.




Autore: Oliosi, Don Gino  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it



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