Quei piccoli grandi segni d'inizio pontificato del vescovo di Roma
ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
La Stampa
Qual è il potere del Papa? Di quale potere si tratta? Si tratta del potere «del servizio». In pochi giorni di pontificato, e oggi con la messa per l'inizio ufficiale del suo servizio, Francesco ha già dato segnali precisi e importanti sul futuro. Ieri nella Casa Santa Marta il nuovo Papa si è trattenuto in un lungo e cordiale colloquio con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I.
Fino ad ora, nei suoi discorsi e interventi, Papa Bergoglio non ha mai definito se stesso Papa o Sommo Pontefice, ma sempre vescovo di Roma. In questa scelta è contenuto un messaggio preciso, sia nel senso della collegialità episcopale, sia nel senso dell'ecumenismo.
Un Papa che considera come principale sua missione quella di fare il vescovo di Roma, e per questo «presiedere alla carità», è un forte segnale verso i «fratelli separati» dell'Oriente.
Gli accenni e gli accenti sulla tenerezza, sui quali ha insistito il nuovo Papa nell'omelia della messa di stamani tratteggiando un ritratto di San Giuseppe, non devono trarre in inganno. Bergoglio è un uomo semplice, che parla della tenerezza e della misericordia di Dio, che vuole una Chiesa di «prossimità», capace di piegarsi sulle miserie dell'uomo, di andare incontro agli uomini e alle donne. Ma Proprio questo suo essere se stesso, non va scambiato con debolezza.
«Ecclesia semper reformanda», la Chiesa sempre si riforma, e l'esempio di Francesco, prima ancora di qualunque sua decisione di cambiamenti, può già mettere in atto un processo di auto-riforma. Se il Papa fa così, se si comporta così, questo invita e richiama tutti nella Chiesa a seguirlo. Il popolo dei fedeli ha davanti agli occhi quello stile episcopale e guarderà ai propri pastori, sperando di vedere riflessa quella sobrietà.
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