L’uomo e la donna che vogliono vivere il loro battesimo devono andare verso le periferie, verso le periferie geografiche, le periferie culturali, le periferie esistenziali, devono andare con questa proposta evangelica... vivere in questa tensione, una tensione tra l'interiorità dell’incontro con Gesù che vi spinge verso fuori e pone tutto in questione, tra un andare e un tornare continuo.





MAGISTERO


Ci farà bene pensare - in questa Settimana Santa, alla pazienza di Dio, a quella pazienza che il Signore ha con noi, con le nostre debolezze, con i nostri peccati

Pensiamo a un rapporto personale, in questa Settimana: come è stata nella mia vita la pazienza di Gesù con me? Soltanto questo. E poi, uscirà dal nostro cuore una sola parola: “Grazie, Signore! Grazie per la tua pazienza”


«L'emblema dell'infinita pazienza che Dio ha per l'uomo è riflesso nell'infinita pazienza che Gesù ha per Giuda». È la riflessione di papa Francesco in occasione della Messa presieduta questa mattina, come di consueto, nella Cappella della Casa Santa Marta in Vaticano. Dobbiamo imparare da Gesù anche la pazienza verso i peccatori e i nostri stessi peccati ha ricordato il successore di Pietro, sottolineando che Giuda era noto per i suoi furti dalla cassa comune ma, ha sottolineato, «Gesù non gli ha detto: “Tu sei un ladro”. È stato paziente con Giuda, cercando di attirarlo a sé con la sua pazienza, con il suo amore». 

«Ci farà bene pensare - in questa Settimana Santa ha affermato papa Francesco - alla pazienza di Dio, a quella pazienza che il Signore ha con noi, con le nostre debolezze, con i nostri peccati». «Quanta pazienza ha Lui con noi! Facciamo tante cose, ma Lui è paziente» ha sottolineato nuovo Pontefice. Il Signore, ha detto ancora citando la parabola del "Figliol prodigo", è paziente «come quel padre che il Vangelo dice che ha visto il figlio da lontano, quel figlio che se n'era andato con tutti i soldi della sua eredità». E perché, si è chiesto il Papa, l'ha visto da lontano? «Perché tutti i giorni andava in alto a guardare se il figlio tornava» Questa, ha ripetuto Papa Francesco, «è la pazienza di Dio, questa è la pazienza di Gesù». 


«Pensiamo - ha poi concluso Bergoglio - a un rapporto personale, in questa Settimana: come è stata nella mia vita la pazienza di Gesù con me? Soltanto questo. E poi, uscirà dal nostro cuore una sola parola: “Grazie, Signore! Grazie per la tua pazienza”». 



Omelia nella Messa a Santa Marta, 25 marzo 2013

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