L’uomo e la donna che vogliono vivere il loro battesimo devono andare verso le periferie, verso le periferie geografiche, le periferie culturali, le periferie esistenziali, devono andare con questa proposta evangelica... vivere in questa tensione, una tensione tra l'interiorità dell’incontro con Gesù che vi spinge verso fuori e pone tutto in questione, tra un andare e un tornare continuo.





MAGISTERO


Nella notte provvisoria del peccato, abbiamo fiducia nella dolcezza del perdono di Gesù

La notte che avvolge Giuda, è anche la notte in cui brancola il suo cuore. È quella peggiore, la notte del corrotto, una notte definitiva, quando il cuore si chiude in un modo che non sa, non vuole uscire da sé. Diversa è invece la notte del peccatore, una notte provvisoria che noi tutti conosciamo. Quanti giorni di questa notte abbiamo avuto, quanti tempi quando la ‘notte’ giunge ed è tutto buio nel cuore… Poi la speranza si fa largo e ci spinge a un nuovo incontro con Gesù. Di questa notte del peccatore non abbiamo paura. La cosa più bella è dire il nome del peccato. In mezzo alla ‘notte’, alle tante ‘notti’, ai tanti peccati che noi facciamo, c’è sempre quella carezza del Signore che fa dire: “Questa è la mia gloria. Sono un povero peccatore, ma Tu sei il mio Salvatore!”. Apriamo il cuore per gustare la dolcezza del perdono: Pensiamo che bello è essere santi, ma anche che bello è essere perdonati. Abbiamo fiducia in questo incontro con Gesù e nella dolcezza del suo perdono.

Omelia nella Messa celebrata nella “Casa Santa Marta”, 26 marzo 2013





Aprire il cuore alla dolcezza del perdono di Dio: l’invito di Papa Francesco è contenuto nell’omelia della Messa che il Pontefice ha presieduto ieri mattina nella “Casa Santa Marta” in Vaticano, alla presenza degli ospiti della "Domus". Ogni uomo vive la “notte del peccatore”, ha detto il Papa, ma Gesù ha una “carezza” per tutti. Il servizio di Alessandro De Carolis:



Quando Giuda esce fuori dal Cenacolo per portare a termine il tradimento di Gesù, fuori – riferisce l’evangelista Giovanni – “è notte”. La notte che avvolge Giuda, è anche la notte in cui brancola il suo cuore. È quella peggiore, la “notte del corrotto”, una “notte definitiva, quando il cuore si chiude” in un modo “che non sa, non vuole uscire” da sé. Diversa, ha proseguito, è invece la “notte del peccatore”, una notte “provvisoria” che, ha sottolineato Papa Francesco, noi tutti “conosciamo”. Quanti giorni di questa notte “abbiamo avuto”, quanti “tempi – ha insistito – quando la ‘notte’ giunge ed è tutto buio nel cuore…” Poi, ha proseguito, la speranza si fa largo e ci spinge a un nuovo incontro con Gesù. Di questa “notte del peccatore”, ha ribadito, “non abbiamo paura”. “La cosa più bella – ha indicato il Papa – è dire il nome del peccato”, confessandoli, e fare così l’esperienza di San Paolo che affermava “che la sua gloria era Cristo crocifisso nei suoi peccati. Perché? Perché lui, nei suoi peccati, ha trovato Cristo crocifisso che lo perdonava”. 

La realtà del perdono – o meglio, seconda la liturgia odierna, “il gustare la dolcezza del perdono” – è stata la seconda realtà sulla quale Papa Francesco ha sviluppato l’omelia. “In mezzo alla ‘notte’, alle tante ‘notti’, ai tanti peccati che noi facciamo, perché siamo peccatori, c’è sempre – ha assicurato – quella carezza del Signore” che fa dire: “Questa è la mia gloria. Sono un povero peccatore, ma Tu sei il mio Salvatore!”. Ricordando lo sguardo con cui Gesù perdonò Pietro dopo il suo rinnegamento, il Papa ha concluso invitando ad “aprire il cuore e gustare la dolcezza del perdono”: “Pensiamo che bello è essere santi, ma anche che bello è essere perdonati (…) Abbiamo fiducia in questo incontro con Gesù” e “nella dolcezza del suo perdono”.


 



Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/03/26/Il%20Papa%20alla%20Messa%20del%20Marted%C3%AC%20Santo:%20abbiamo%20fiducia%20nella%20dolcezz/it1-676923
del sito Radio Vaticana 

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